Gnatologia

La gnatologia è la disciplina dell’Odontoiatria che studia la fisiologia e la patologia dell’Articolazione Temporo-Mandibolare (ATM). Questa branca si occupa più nel dettaglio della diagnosi e del trattamento di:

  • problematiche occlusali
  • temporo-mandibolari
  • cranio-mandibolari

Tuttavia oltre il 50% dei bambini e degli adulti presentano malocclusioni e denti affollati o diastemati (ossia con spaziature), che richiedono un trattamento con apparecchi ortodontici.

FISIOLOGIA

La complessità della funzione masticatoria è data da:

  • una stretta relazione tra l’ATM destro e quello sinistro
  • la variabilità tra i rapporti tra l’arcata superiore e quella inferiore
  • tensioni reciproche passive esercitate dai vari tessuti

Considerato ormai da tempo superato il concetto statico di postura cranio mandibolare è più corretto valutare le componenti dinamiche della postura in quanto condizionate dall’occlusione. L’adattamento della funzione articolare dipende dalla congruità dei rapporti funzionali tra l’arcata mascellare e quella mandibolare.

La fisiologia del movimento mandibolare si basa sul concetto che i muscoli masticatori che prendono inserzione sulla mandibola agiscono partendo da due possibili punti fissi: cranio e osso ioide (punto fermo della muscolatura masticatoria).

La mandibola si trova in condizione di riposo quando:

  • esiste uno spazio libero posteriore che può variare da 1 a 3 mm tra i premolari inferiori e superiori
  • le labbra si chiudono senza nessuno sforzo
  • la parte superiore anteriore della lingua si poggia sul palato duro, con la punta sulla papilla retro incisiva
  • la parte superiore posteriore della lingua segue il profilo del palato molle a una distanza da 1 a 2 mm
  • si respira dal naso

L’occlusione Ideale deve consentire la massima stabilità e minimizzare le forze sui singoli denti attraverso un contatto simultaneo bilaterale, simmetrico, equilibrato dei denti posteriori e un leggero contatto dei denti anteriori.
È necessario tenere conto del numero di denti delle arcate nel valutare l’occlusione in quanto l’assenza di uno o più elementi o la presenza di elementi in sovrannumero, modifica la forza che agisce sui denti nell’occlusione abituale.

PATOLOGIA

La sintomatologia a carico dell’ATM varia da soggetto a soggetto e nel distretto cranio cervicale si possono individuare i seguenti disturbi:

  • limitazione nell’apertura della bocca fino al vero e proprio serramento
  • rumori nell’articolazione come click e scrosci nei movimenti di apertura/chiusura della mandibola, a volte con assenza di dolore o estrema variabilità nella tolleranza del dolore stesso
  • dolore alle ATM, sia nella masticazione che a riposo
  • disturbi all’orecchio con senso di otturazione, ipoacusie ed acufeni
  • spasmi o dolori ai muscoli masticatori e dei muscoli facciali in genere
  • cefalee ed emicranie e cranalgie che interessano: volta cranica, nuca, zigomi, arcate sopraccigliari, regione frontale ed occhi.

Esempio di paziente con grave click articolare

Prima

Dopo

TERAPIA

Splint di Riposizionamento (anche detto Bite Gnatologico)

Il trattamento gnatologico per eccellenza prevede il posizionamento in arcata di uno Splint di Riposizionamento (anche detto Bite Gnatologico). Questa apparecchiatura ortopedica cranio-mandibolare permette all’operatore di testare la risposta del paziente al cambio dell’occlusione, prima di iniziare un trattamento terapeutico dell’occlusione stessa.

Lo Splint è usato ogni volta che il paziente lamenta dei sintomi oppure se sono presenti segni clinici o radiografici di alterazione articolare e svolge le seguenti funzioni:

  • rilassare la muscolatura della mandibola
  • risolvere lo stato infiammatorio all’interno della capsula articolare
  • testare la risposta del paziente ad un cambiamento occlusale senza realmente cambiare l’occlusione, permettendo di sapere se la posizione della mandibola può essere stabilizzata e l’esatta entità della discrepanza che deve essere corretta
  • permettere al paziente di sapere cosa può aspettarsi dalla correzione della sua occlusione

È stato dimostrato che attraverso l’uso di uno splint, la maggior parte dei pazienti si riposiziona rispetto alla prima posizione; tutto ciò avviene senza spostare i denti, ma ottenendo semplicemente un riposizionamento della mandibola che via via si va a mettere in una posizione più “comoda”. L’obiettivo è quello di avvicinarci il più possibile alla Relazione Centrica (CR), posizione ottimale in cui il condilo si trova in una posizione corretta all’interno dell’articolazione, partendo invece da una iniziale Occlusione Centrica (CO).

Maggiore è il livello di dolore o disturbo e maggiore è la quantità di riposizionamento che avviene

Le impronte necessarie per la realizzazione dello Splint devono essere molto accurate e di massima precisione; l’odontoiatra deve guidare la mandibola nella posizione di Relazione Centrica e rilevarla grazie al posizionamento delle cere di costruzione che verranno poi inviate insieme alle impronte al laboratorio per la produzione dello Sprint.

Dopo la consegna dello Splint al paziente, tutti i successivi aggiustamenti di esso avverranno in bocca e gli appuntamenti saranno inizialmente molto frequenti perché il paziente tende a riposizionarsi molto nelle prime fasi, poi sempre meno frequenti fino a che per 3 appuntamenti successivi (in genere a distanza di 1 mese l’uno dall’altro) non si troverà una posizione stabile della mandibola.

Quando ciò avviene significa che il sistema neuro-muscolare si è riequilibrato, per cui si può procedere alla fase successiva e alla reale diagnosi del problema da trattare.

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